Il Premio Terna, di cui il nostro Responsabile di Comunicazione e Sound Thinking Enzo Abbate ha curato la comunicazione fino alla conclusione nel 2014, e Francesco Cascino ha ideato e curato l’edizione I e II, rispettivamente nel 2008 e 2009, per poi lasciarlo a causa di divergenze strategiche, è un progetto di Terna SpA curato insieme a Gianluca Marziani. Il nostro, all’inizio, era un tentativo di coniugazione tra arte e società, tecnologia, cultura visiva e cultura di rete, modello di indagine dello spirito del tempo e modello di produzione culturale aziendale. Un modo immaginifico per portare l’eccellenza di Terna e di tutta l’ingegneria italiana nelle case degli utenti e dei cittadini. Visto che ci arriva come energia, volevamo che ci arrivasse anche come cultura. Arte Impresa senza trattino, ancora una volta.
Abbiamo provato a trasformare, è il caso di dirlo, l’arte in un dispositivo di dialogo con quella parte del Paese più distante dalle valenze concrete e quotidiane dell’immaginazione e della creatività di senso. Un progetto italiano per il sostegno alla creatività, ai suoi protagonisti, ai talenti emergenti e a quelli da scoprire ma anche all’impresa e al concetto di Made in Italy autentico oltre gli slogan. Un concorso unico nel panorama culturale nazionale.
Oltre 3200 partecipanti, tra cui artisti di altissimo rango come Carol Rama, Enzo Cucchi, Massimo Vitali, Alberto Garutti e molti altri. Una mostra al MAXXI, una al PAN di Napoli e una al Chelsea Museum di New York, 480 articoli sulla stampa nazionale, 9 convegni su arte e impresa in tutta Italia. La partecipazione e il coinvolgimento di tutti gli stakeholders è arrivato fino al massimo livello istituzionale e imprenditoriale. Ma non tutto è andato come doveva. Nel 2009 Terna ha anche affidato a Cascino l’ideazione e l’organizzazione di 3 incontri pubblici in tutta Italia (Roma, Napoli e Milano) per parlare di arte come dispositivo di apertura della visione individuale e collettiva, amatoriale e professionale, educativa e industriale.
Abbiamo invitato amministratori pubblici, direttori di museo, artisti, critici, galleristi, imprenditori e collezionisti in un confronto aperto e indagatorio durato mesi ma, come si vede bene, la politica non ha ancora raggiunto le vette intellettuali che le spetterebbe comprendere.
L’energia dell’arte raccontata con l’energia che usiamo tutti i giorni.
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